Negli ultimi anni, il settore dei materiali lapidei ornamentali nel comparto apuo-versiliese si è concentrato principalmente sulla produzione di marmi e pietre provenienti dal territorio locale. Tuttavia, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, si è sviluppata una significativa tradizione nella lavorazione specializzata dei graniti, che ha coinvolto il porto di Marina di Carrara con l’importazione di grandi quantità di materiale proveniente dal Brasile, dall’India, dal Sud Africa, dai paesi scandinavi, dagli Stati Uniti e anche da alcune cave italiane.

Tra i graniti di importazione più rinomati, vi sono il Giallo Veneziano, il Juparanà Classico e il Kinawa dal Brasile, il Tan Brown e il Paradiso Classico dall’India, il Blue Pearl, l’Emerald Pearl, il Carmen Red e il Baltic Brown dai paesi scandinavi, il Bethel White e il Stoney Creek dagli Stati Uniti.

La distinzione tra marmi e graniti a livello geologico e petrografico risiede principalmente nella natura del materiale di origine. I marmi veri e propri (che in passato includevano tutte le pietre calcaree lucidabili ma che oggi comprendono anche varie categorie di calcari, pietre verdi ofioliti e travertini) vengono estratti da rocce calcaree con un contenuto di carbonato di calcio che raggiunge il 98-99% e che hanno subito processi di metamorfismo e ricristallizzazione di grandi dimensioni, come nel caso dei Marmi delle Alpi Apuane.

Tra i marmi italiani famosi, si possono citare quelli di Candoglia, ancora oggi utilizzati per la decorazione e l’architettura del Duomo di Milano, e quelli di Crevoladossola nel Verbano-Cusio-Ossola. In Toscana, oltre alle Alpi Apuane, sono presenti importanti giacimenti di marmi colorati come il Giallo Siena.

Nonostante non rientrino nella categoria dei marmi metamorfici, in Italia si trova una vasta disponibilità di pietre calcaree lucidabili (limestones) come il Rosso Verona e il Giallo Reale del distretto veronese, l’Arabescato Rosso Orobico di Bergamo, il Botticino e la Breccia Aurora dalle cave omonime di Brescia, e i marmi sl. di Orosei in Sardegna. Tra i marmi verdi, si possono trovare varie tipologie di oficalciti come il Verde Issogne e il Verde Saint Denis dalla Valle d’Aosta, il Rosso Levanto dalla Liguria e il pregiato Portoro ligure, un calcare nero con venature dolomitiche dorate. Per quanto riguarda i travertini, una categoria merceologica a sé stante, spiccano i materiali provenienti da Guidonia nel Lazio, Rapolano Terme in Toscana e Ascoli nelle Marche.

I graniti rappresentano una vasta famiglia di materiali provenienti da magma fuso, caratterizzati da un alto contenuto di quarzo e altri minerali silicei come feldspati e biotite. Durante il processo di raffreddamento, il magma si solidifica lentamente e in modo uniforme, creando una struttura ornamentale solitamente regolare che permette l’utilizzo di questi materiali per pavimentazioni e decorazioni su vasta superficie.

In Italia, i giacimenti di granito più noti si trovano in Sardegna. Nonostante la produzione sia diminuita progressivamente dopo il periodo di maggiore successo negli anni ’70-’90 del secolo scorso, la regione offre numerose varietà commerciali come il Bianco e Grigio Sardo, il Ghiandone, il Rosa Beta e il Rosa Limbara, che sono stati utilizzati in numerose realizzazioni internazionali. Possiamo ricordare la National Bank of Abu Dhabi e la U.A. Square Office Tower Plaza di Singapore, progettate dall’architetto Kenzo Tange.

Importanti giacimenti di granito si trovano anche nell’area del Lago Maggiore, con le cave rinomate del Rosa di Baveno e del Bianco di Montorfano, che hanno fornito importanti elementi decorativi per città come Milano (come il Vestibolo dei Trivulzi e i Colonnati del centro urbano), Torino (come le Colonne della Mole Antonelliana) e importanti monumenti come la Basilica di San Paolo Fuori Le Mura a Roma, il Monumento a Cristoforo Colombo a New York e il Palazzo Reale di Bangkok.

In passato, le tecniche di estrazione dei marmi e dei graniti in cava erano molto diverse, con l’utilizzo di fili elicoidali per i marmi apuani e perforazioni ed esplosivi per i graniti. Tuttavia, grazie alle moderne tecnologie come il filo diamantato, l’estrazione si è uniformata notevolmente. L’unica differenza rimane nell’uso più limitato di macchinari con taglio a catena diamantata per le rocce magmatiche, a causa dell’azione erosiva del quarzo e dei minerali più duri presenti in tali materiali.