La scommessa è stata vinta. E questo grazie soprattutto ai tanti rappresentanti delle aziende facenti parte della compagine consortile venuti a trovarci nell’area di Cosmave che ha fornito supporto e assistenza per tutti e 4 i giorni di manifestazione. Tutti, indistintamente, hanno usato parole improntate alla volontà di lasciarsi alle spalle tutte le difficoltà e di affrontare senza paura i cambiamenti irreversibili che la pandemia ci ha lasciato in eredità. Sarà il tempo a dire quali saranno le implicazioni di tali mutazioni nel nostro modo di vivere e di lavorare. A caldo le prime impressioni dell’immediato dopo-fiera sono rassicuranti. La mancanza, messa comunque in conto a causa delle preoccupazioni di carattere sanitario e delle restrizioni ai viaggi che alcuni paesi hanno imposto ai propri cittadini, è stata compensata dalla presenza confortante di operatori italiani. Questo è un indicatore della voglia di ripartire, di tornare con rinnovato entusiasmo ad incontrare in modalità “live” – e non attraverso l’asettico schermo delle piattaforme on line – i propri clienti, fornitori, conoscenti e amici.
La richiesta di materiali è stata di buon livello, soprattutto per i materiali apuo-versiliesi e, nota curiosa, per quelli che abbiamo sentito definire da operatori anglosassoni o americani come “dramatic”; con questo termine intendono quei marmi o pietre eccentrici, inconsueti rispetto ai prodotti più classici. Altro fatto rassicurante è stato quello di aver sentito diversi operatori degli Stati Uniti e del Canada che hanno aperto nuove sedi nei propri paesi, come importatori di prodotti finiti o semilavorati provenienti dall’Italia. Questa notizia va tenuta in grande considerazione, vista l’importanza che da sempre riveste il mercato del Nord America per l’export delle nostre imprese del settore. Tirando le somme, dunque, i segnali che ci indicano una ripresa dei mercati internazionali e probabilmente anche di quello interno, dopo anni di stagnazione, ci sono. Sta a noi saperli cogliere ed interpretare per rilanciare il nostro lavoro e la nostra capacità di sapere fare. Solo così potremmo assicurare ai nostri dipendenti e collaboratori un futuro più sereno.